PERCHE' L'ACIAIO
NON È DETTO CHE QUALCOSA CHE HA UN “NOME NATURALE” SIA PIÙ ECOCOMPATIBILE DI UN PRODOTTO OTTENUTO DAL RICICLO DI MATERIALE DERIVATO DAL PETROLIO.
Spesso nelle ricerche su internet o anche parlando con chi è sensibile alle tematiche di ecologia ed ecosostenibilità mi trovo in difficoltà. Essendo il termine abbastanza ampio e molto usato spesso mi capita di non capire cosa intendono gli altri oppure non riesco io stesso a farmi capire. Cosa si intende per ecosostenibilità? Wikipedia ci aiuta, ma non tanto visto che usa termini un pò complicati. L’essenza però è la seguente:
“È eco-sostenibile ciò che porta ad agire l’uomo in modo che il consumo di risorse sia tale che la generazione successiva riceva la stessa quantità di risorse che noi abbiamo ricevuto dalla generazione precedente.”
Nel mondo dell’architettura c’è un altro termine molto simile e spesso usato come sinonimo “ecocompatibile”. Si usa questo termine per oggetti (case, abiti) o processi (tipo lavorazione di materiali) che si integrano nell’ambiente, ovvero che garantiscono benessere con un consumo ridotto delle risorse ambientali. Il concetto di ridotto consumo è strettamente legato anche al basso livello di inquinamento generato dal prodotto/processo.
Se vi capita di informarvi riguardo alla costruzione di una casa passiva prima o poi qualche architetto vi porrà questa domanda: “lo fai per risparmiare o per il rispetto dell’ambiente?” La risposta più semplice dovrebbe essere “Entrambe!” ma la questione è più complicata. Una casa passiva è una costruzione ben isolata. Come potete immaginare ci sono migliaia di materiali isolanti: polistirolo, legno, lana di pecora, lana di cellulosa, sughero. La scelta di questi materiali ha esattamente a che fare con la domanda posta dall’architetto sopra. Ad esempio la lana di roccia viene spesso usata per isolare. Come si capisce dal nome, è un elemento naturale ed è sicuramente è più ecologico di altri. Per ricavarlo vi è però un dispendioso processo: la roccia vulcanica viene fusa ad una temperatura di 1500 gradi.
In questo caso si dice che la lana di roccia “contiene energia grigia”, nel senso che la sua produzione “costa” molto in termini ambientali. Ha senso parlare di ecocompatibilità nel caso della lana di roccia? Il consumo delle risorse ambientali è stato rispettato il più possibile?
Un’altra questione, sempre legata all’insinuosa domanda posta dall’architetto, riguarda il riuso/riciclo di materiali, specialmente quelli legati al petrolio. Ad esempio un pneumatico è un prodotto molto lontanto dalla “naturalità” (presunta?) della lana di roccia. Ne vengono prodotti tanti e forse vale la pena cercare di farne un uso “ecologico” piuttosto che sotterrarli nelle discariche. Esistono alcune tecniche che consentono di riciclare pneumatici senza generare scorie o fumi nocivi. Ad esempio si possono creare piastrelle di gomma o isolanti acustici spesso utilizzati in edilizia.
Sarebbe un mondo perfetto se si potessero usare solo risorse naturali, ma questa convinzione deve essere sempre confermata da un’attenta analisi dei materiali e di come sono ottenuti. Come abbiamo visto dal confronto non è detto che qualcosa che ha un “nome naturale” sia più ecocompatibile di un prodotto ottenuto dal riciclo di materiale derivato dal petrolio.
IL POLISTIRENE ESPANSO PER UNA EDILIZIA ECO
La casa del futuro sarà ecologica: è questa la tendenza presentata a Restructura, il Salone sull'edilizia sostenibile che si è tenuto a Torino dal 26 al 29 novembre 2009. Camminando tra gli stand presenti non si poteva fare a meno di notarne uno in particolare recante la scritta "AIPE".
L'Aipe (associazione Italiana Polistirene Espanso) è un'associazione senza fini di lucro, che ha come scopo la promozione e tutela dell'immagine del polistirene espanso sintetizzato (EPS) e coinvolge più di 90 aziende appartenenti a vari settori, dalla produzione di lastre per isolamento termico alla produzione di manufatti per l'edilizia e l'imballaggio, da aziende produttrici la stessa materia prima ad aziende che fabbricano attrezzature per la lavorazione dell'EPS. L'AIPE inoltre si occupa della raccolta e del riciclo degli scarti di polistirene espanso e fa parte dell'EUMEPS - European Manufacturers of Expanded Polystyrene - che raggruppa a livello europeo le associazioni produttrici di EPS.
Il polistirene espanso sintetizzato è indispensabile per l'edilizia ecosostenibile.
È un materiale rigido, molto leggero, composto da quasi il 98% di aria. Viene prodotto a seguito della polimerizzazione dello stirene che è un monomero ricavato dal petrolio, presente anche in molti alimenti come fragole, caffè, frumento e carne. Dalla polimerizzazione si ottengono delle perle di polistirene che messe a contatto con un gas (il pentano, idrocarburo gassoso) e con il vapore acqueo, si gonfiano raggiungendo delle dimensioni fino a 50 volte maggiori di quelle iniziali e costituendo al loro interno una struttura a celle chiusa che trattiene l'aria e ne fa di conseguenza un ottimo isolante a bassa conduttività termica. Per queste ragioni, l'EPS risulta essere uno dei materiali più utilizzati in edilizia, sia per la costruzione di edifici nuovi che per la ristrutturazione di edifici esistenti.
Bisogna sottolineare che il costo del materiale come anche quello di posa, risulta essere tra i più bassi.
A questo si aggiungono delle spese di gestione per niente elevate.
L'EPS diventa un materiale sostenibile contribuendo al risparmio energetico per le sue ottime qualità da isolante e per le ridotte emissioni di CO2, come evidenziato dagli studi sul LCA (ciclo di vita del materiale) che tengono conto della produzione, trasporto, uso e gestione e riciclo. A tal proposito c'è da dire, che i costi di stoccaggio e trasporto sono notevolmente ridotti per il ridotto peso, che il materiale è atossico, non contiene clorofluorocarburi (CFC) o idroclorofluorocarburi (HCFC), è permeabile al vapore consentendo quindi la traspirazione ed evitando la formazione di muffe, ed allo stesso tempo è impermeabile all'acqua. Viene inoltre, come già detto riciclato.
Come isolante, trova applicazioni nei tetti a falde e tetti piani, come cappotto nelle pareti verticali dall'esterno, nelle pareti verticali in intercapedini e dall'interno, in pavimenti, soffitti e fondazioni. E cosa chiedere di più ad un materiale? Si può solo aggiungere che, oltre all'isolamento energetico dell'edificio, ne assicura anche l'isolamento acustico, a seguito di un trattamento meccanico di compressione che ne aumenta la rigidità dinamica, e che viene utilizzato nel cosiddetto "pavimento galleggiante", utile per assorbire il rumore del calpestio.Italia
COSTRUZIONI SOSTENIBILI IN ACCIAIO
In questo particolare momento storico in cui la società si muove verso la sostenibilità, il settore delle costruzioni gioca in tale ambito un ruolo di particolare importanza, non solo per il suo contributo sia dal punto di vista economico che sociale, ma soprattutto per via del suo impatto sulla qualità della nostra vita, sul nostro comfort e la nostra sicurezza. Infatti, l’industria delle costruzioni dà lavoro al 5%-10% di lavoratori nel mondo, e genera dal 5% al 15% di Prodotto Interno Lordo, mentre l’ambiente costruito consuma circa il 40% dell’energia globale, produce circa il 40% di emissioni di CO2, utilizza il 30% delle risorse naturali disponibili sul pianeta, genera il 30% degli scarti e impiega il 20% dell’acqua.
La sfida globale del futuro per l’industria delle costruzioni è, dunque, quella di rispondere in modo efficace alle richieste in continua crescita, limitando il suo impatto ambientale grazie alla riorganizzazione delle sue attività.
Nella costruzione, l’acciaio è stato da sempre utilizzato come uno dei principali materiali scelti per la realizzazione degli edifici ed è in grado di offrire un ampio range di soluzioni che possono rendere gli edifici sempre più efficienti dal punto di vista energetico, economico e del comfort.
Noi crediamo fortemente nel valore dell’acciaio per la realizzazione di edifici sostenibili e ci impegniamo per questo motivo a diffondere i vantaggi che le nostre soluzioni possono portare ai nostri clienti, agli edifici e ai committenti.
Soluzioni in acciaio ad alta efficienza
Nel valutare la sostenibilità di un edificio, bisogna utilizzare l’approccio del ciclo di vita, prendendo in considerazione tutte le fasi della vita dell’edificio, inclusa la produzione di materiali, il trasporto al cantiere, l’operazione di costruzione in sé, l’utilizzo dell’edificio, la demolizione o smantellamento e la fine vita.
Acciaio - il materiale più riciclato al mondo
L’acciaio è riciclabile al 100% e all’infinito, senza alcuna perdita di qualità. Una volta recuperato, è ancora riciclabile al 100%. Il tasso di riciclo è la percentuale di materiali che vengono dismessi, recuperati e riutilizzati. Questo tasso è molto elevato per l’acciaio, ma varia da prodotto a prodotto. Nelle costruzioni, per esempio, esso raggiunge livelli particolarmente elevati: 98% per le travi, 65-70% per le barre per armatura.
Per ogni tonnellata di acciaio prodotta, l’industria siderurgica produce un vantaggio per le generazioni future, che non ne dovranno produrre.
L’acciaio riciclato rappresenta il 40% della risorsa ferrosa mondiale per l'industria siderurgica.
Risparmio di materie prime
Il tasso di riciclo di un prodotto è un parametro fondamentale per valutarne la sostenibilità.
Nel valutarne il rendimento attraverso la metodologia LCI (Life Cicle Inventory), l’elevato tasso di riciclo delle travi in acciaio rende possibile la riduzione del carbon footprint e più in generale la riduzione dell’impatto ambientale del 40%.
Con il passare del tempo, l’industria siderurgica ha fatto enormi progressi: produzione di rifiuti, utilizzo di acqua ed emissioni nell’aria sono in continua riduzione.
CO2 ed energia
In Europa, l’emissione di anidride carbonica e il consumo di energia per tonnellata prodotta si sono dimezzati nel corso degli ultimi 30 anni. In Canada, l’industria ha mostrato di aver ridotto l’emissione di anidride carbonica del 30% in 20 anni.
Resistenza e valore duraturo
In molte applicazioni nelle quali l’acciaio è utilizzato all'interno degli edifici o non è visibile (per esempio perché rivestito), le proprietà intrinseche del materiale sono sufficienti a far sì che resista alla corrosione. Per applicazioni dove la longevità potrebbe essere alterata dalla corrosione, si sono sviluppati una vasta gamma di prodotti o soluzioni che aumentano considerevolmente la durata del materiale e fanno sì che l’acciaio sia il materiale più adatto per applicazioni a lunga durata:
- Acciaio inossidabile, che offre grazie alle sue proprietà intrinseche un alto livello di resistenza alla corrosione
- Acciaio a rivestimento metallico, come ad esempio acciaio zincato
- Acciaio preverniciato
Prodotti e rivestimenti ecologici
L’acciaio è un materiale “inerte” all’ambiente: quando entra in contatto con l’aria o l’acqua non emette o rilascia sostanze nocive per l’ambiente o per l’uomo.
Sono stati sviluppati i rivestimenti ecologici per coils d'acciaio che riducono l’impatto ambientale sia del prodotto che del suo processo produttivo.
Se esposti ad elevate temperature, i rivestimenti organici possono rilasciare delle particelle organiche che inquinano l’aria.
Un alto livello di prefabbricazione
Tutti i prodotti in acciaio, dai semplici profilati alle facciate più complesse, vengono prodotti al di fuori del cantiere e vengono consegnati pronti per essere assemblati.
L’uso di prefabbricati fornisce una serie di vantaggi che contribuiscono a ridurre i rischi nella fase di costruzione:
- Controllo della qualità
- Facilità di gestione del cantiere di costruzione
- Velocità di montaggio, riduzione dei tempi di consegna
- Maggior sicurezza
- Facilità di dismissione
I vantaggi del sistema di costruzione in acciaio a secco
Le tecniche di costruzione con l’acciaio consentono di ridurre l’impatto ambientale e i disagi al vicinato.
L’uso di acqua, la produzione di rifiuti, l’emissione di polvere, il traffico e il rumore sono infatti considerevolmente inferiori rispetto a quelli di un cantiere tradizionale. La gestione del cantiere diventa così più facile.
I PRINCIPALI VANTAGGI DELL' UTILIZZO DEL CALCESTRUZZO
Il calcestruzzo è prodotto miscelando aggregati grezzi (ghiaia o rocce frantumate), aggregati fini (sabbia), acqua, cemento e prodotti derivati da altri processi industriali (loppa, ceneri volanti e fumi di silice). Gli aggregati sono generalmente disponibili localmente in grandi quantità e possono essere sostituiti utilizzando aggregati prodotti da calcestruzzo riciclato.
Nella produzione del calcestruzzo, cemento, aggregati e altri materiali appropriati sono miscelati con l’acqua.
Durante la miscelazione del calcestruzzo vengono aggiunti anche degli additivi (prodotti chimici) in piccole quantità per modificare le proprietà del calcestruzzo sia allo stato plastico che in quello indurito.
Il cemento agisce come legante idraulico, indurisce quando viene aggiunta l’acqua e lega insieme gli altri costituenti del calcestruzzo. Il componente principale del cemento è il clinker che viene prodotto da materie prime come ad esempio calcare e argilla, macinate finemente, miscelate e introdotte all’interno di un forno rotante che le riscalda fino ad una temperatura di circa 1.450°C. Vengono poi aggiunti al clinker del gesso e altri materiali addizionali (come ad esempio loppa, ceneri olanti, pozzolana naturale, calcare, ecc.) e macinati fino a rendere il tutto una polvere sottile: il cemento.
La produzione del cemento genera emissioni di anidride carbonica tramite due differenti sorgenti: la combustione (40%) e la calcinazione (60%).
Le emissioni di CO2 generate dalla combustione dipendono dal combustibile utilizzato. Le emissioni di CO 2 dovute alla calcinazione sono generate quando le materie prime, principalmente il calcare e l’argilla, sono riscaldate e la CO 2 è liberata dalla decomposizione del calcare.
Il calcestruzzo è uno dei materiali da costruzione che quando è progettato, prodotto e utilizzato in modo appropriato può contribuire attivamente a realizzare uno sviluppo più sostenibile, proprio grazie agli aspetti descritti qui di seguito.
Produzione di cemento tramite combustibili e materie prime alternative
Nella produzione del cemento si può ridurre l’utilizzo di risorse non rinnovabili (combustibili e materie prime) grazie al fatto che nella produzione del clinker è possibile utilizzare il co-processing di combustibili alternativi e di materie prime alternative. Questo permette di recuperare energia e materiale dai rifiuti. Inoltre nella macinazione del cemento l’uso del clinker può essere sostituito da materiali alternativi come loppa, ceneri volanti, fumi di silice, calcare, ecc.
Uso di materiali alternativi nella produzione di calcestruzzo
La sostituzione parziale di alcuni materiali nella produzione del calcestruzzo può migliorare la sostenibilità del materiale come ad esempio:
• L’utilizzo di calcestruzzo riciclato miscelato insieme agli aggregati naturali.
• L’utilizzo di materiali alternativi come loppa, ceneri volanti insieme al cemento.
Se questi materiali non vengono utilizzati nel calcestruzzo, possono essere utilizzati o come materiali da riempimento o considerati come rifiuti e inviati a discarica.
Produzione del calcestruzzo
Una corretta valutazione del mix design della miscela può migliorare la sostenibilità attraverso:
• Il tipo di resistenza del materiale e la porosità, che possono essere facilmente adattati per rispettare i criteri prestazionali prescritti.
• L’ottimizzazione della progettazione della miscela di calcestruzzo, basandola sulla disponibilità locale delle materie prime, in modo da minimizzare la necessità di trasportare grandi quantità di materiali.
• L’aggiunta di additivi che influiscono in modo significativo sulle proprietà del calcestruzzo determinando il miglioramento della qualità e delle prestazioni correlate con vari aspetti della sostenibilità
• Il miglioramento della fluidità riducendo così l’emissione di rumore e l’energia richiesta durante la messa in opera.
• L’ottimizzazione del mix design, riducendo l’energia incorporata e accrescendo l’efficacia dei componenti del cemento.
• La riduzione della permeabilità aumentando la durabilità del calcestruzzo.
• La riduzione dei danni legati alle condizioni ambientali quali la corrosione indotta da carbonatazione, quella indotta dai cloruri in ambiente marino e non, l’attacco dei cicli gelo-disgelo o quello chimico derivante dalle sostanze presenti nel terreno o nell’acqua.
• Il miglioramento della qualità che determina una migliore finitura e una riduzione degli interventi di manutenzione.
Il calcestruzzo come materiale da costruzione
• È un materiale versatile che può assumere ogni tipo di forma e geometria ed è disponibile in una ricca varietà di colori.
• È un materiale robusto, che è in grado di fornire protezione nei confronti di tutte le condizioni climatiche, di terremoti, incendi, inondazioni, esplosioni, ecc.
• È un materiale durevole e la vita di servizio originale di una struttura in calcestruzzo può essere facilmente prolungata attraverso l’applicazione di semplici misure.
• È un materiale con elevata massa termica e contribuisce attivamente a mantenere delle buone condizioni climatiche all’interno degli edifici.
• È un materiale pesante che possiede delle buone capacità d’isolamento acustico.
• È un materiale che fornisce una buona protezione contro le emissioni radioattive prodotte dalla presenza di radon nel suolo.
• È un materiale inorganico non infiammabile che non marcisce e non sviluppa muffa.
• È il miglior materiale da costruzione utilizzabile nei progetti infrastrutturali per le metropolitane, come ad esempio i tunnel e le stazioni.
• È un materiale con un elevato albedo e il suo utilizzo nelle pavimentazioni stradali e sui tetti contribuisce a ridurre il
surriscaldamento urbano presente nelle grandi città e soprattutto in italia
Demolizione e riciclaggio
• Il calcestruzzo può essere completamente riciclato all’interno del settore delle costruzioni dopo la demolizione.
• Studi recenti evidenziano come, considerando l’intero ciclo di vita, incluse le fasi di demolizione e riciclo, vengano riassorbite dal calcestruzzo significative quantità di CO2 emesse durante la produzione del cemento.
Questo avviene se al termine della vita utile la struttura di calcestruzzo viene demolita, frantumata come pietrisco e depositata all’aria aperta. In questo modo una grande quantità di superficie porosa viene così a contatto con l’aria è la reazione di ricarbonatazione può procede velocemente. Possono essere riassorbite in questo modo, in un periodo tra i 2 e i 3 anni, da 15 a 35 kg CO 2/m3 di calcestruzzo.